L’Efsa abbassa i limiti per Diossine e PCB negli alimenti

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L’Efsa abbassa i limiti per Diossine e PCB negli alimenti

L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), con nuovi dati alla mano, ha stabilito di abbassare la dose settimanale tollerabile di diossine e di policlorobifenili (Pcb). Si tratta di sostanze chimiche tossiche, monitorate a partire dagli anni ’70, che si accumulano nella catena alimentare e sono persistenti nell’ambiente.

Le diossine comprendono due gruppi di composti: policlorodibenzo-p-diossine (Pcdd) e policlorodibenzofurani (Pcdf). Non hanno applicazioni tecnologiche o altri usi, ma vengono generate in numerosi processi termici e industriali come sottoprodotti indesiderati e spesso inevitabili.

I Pcb invece hanno avuto un uso diffuso in numerose applicazioni industriali e sono stati massicciamente prodotti per molti decenni, raggiungendo una produzione mondiale totale stimata in 1,2-1,5 milioni di tonnellate, fino a quando negli anni ‘80 non sono stati banditi nella maggior parte dei Paesi.

Le diossine e i Pcb a causa della loro persistenza si trovano a livelli bassi in molti prodotti alimentari, in particolare nel grasso animale. È stato dimostrato che l’esposizione prolungata a queste sostanze può provocare una serie di effetti negativi sul sistema nervoso, immunitario ed endocrino, compromette le funzioni riproduttive e può anche causare il cancro.

In base ai nuovi limiti, i consumatori europei di tutte le fasce d’età sforano la tolleranza massima indicata dall’Efsa. Non basta che le diossine siano vietate nelle applicazioni industriali dagli anni ’80 e la loro presenza negli alimenti sia stata ridotta negli ultimi 30 anni. I risultati sono stati resi noti dal presidente del gruppo di lavoro sulle diossine Ron Hoogenboom: “Abbiamo riscontrato esposizioni medie ed elevate rispettivamente fino a 5 e 15 volte la nuova dose settimanale tollerabile in adolescenti, adulti e anziani”. Un superamento simile è stato osservato nei bambini molto piccoli fino a 10 anni di età. L’Efsa mette comunque in guardia: questi dati sono un problema per la salute, ma “potrebbero essere sovrastimati” a causa della metodologia utilizzata, ha  precisato Hoogenboom.

“Il gruppo di esperti scientifici – scrive l’Efsa nel suo comunicato – ha stabilito una nuova assunzione settimanale tollerabile (Dst) per diossine e Pcb diossina-simili negli alimenti di 2 picogrammi per chilogrammo di peso corporeo”. Un picogrammo corrisponde a un trilionesimo di grammo. “La nuova Dst è di sette volte inferiore alla precedente dose tollerabile Ue, stabilita nel 2001. Motivi principali dell’abbassamento sono stati la disponibilità di nuovi dati epidemiologici e sperimentali da animali circa la tossicità di queste sostanze e la disponibilità di tecniche di modellazione più precise per prevederne i livelli di accumulo nell’organismo umano nel corso del tempo”. I rischi di un’assunzione oltre ai nuovi limiti, spiega Hoogenboom, “riguardano la qualità dello sperma. Un effetto nocivo sulla salute è stato riscontrato nel sangue umano ai livelli minimi di questi contaminanti”. A livelli più alti si sono rilevati: percentuale inferiore di nascite di sesso maschile, livelli più elevati di ormoni tireostimolanti nei neonati e difetti nello sviluppo dello smalto dentale.

La questione ora passa ai singoli stati. Spetterà alle autorità europee e dei paesi membri dell’Ue definire le misure di gestione del rischio.