Acqua potabile, il Parlamento Ue approva l’aggiornamento della normativa

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Acqua potabile, il Parlamento Ue approva l’aggiornamento della normativa

Promuovere il consumo dell’acqua del rubinetto e ridurre gli imballaggi in plastica sono i principali obiettivi della proposta di direttiva sull’Acqua potabile approvata martedì 23 ottobre dal Parlamento Europeo. Dopo una lunga discussione che ha coinvolto tutti gli stakeholder europei, i punti cardine della normativa stabiliscono un aggiornamento più rigoroso dei parametri di qualità delle acque. La normativa inasprisce i limiti massimi per alcuni inquinanti come il piombo, i batteri nocivi e inserisce nuovi limiti per alcuni interferenti endocrini. Tra i nuovi parametri chimici troviamo ad esempio l’uranio e il bisfenolo A, un composto organico nocivo impiegato nella produzione di plastiche e resine. Tra quelli microbiologici c’è invece l’Escherichia coli, un batterio molto comune nelle feci umane. Si stima che i nuovi controlli, congiuntamente ad altre iniziative previste dalla direttiva, potrebbero costare intorno ai 6-7 miliardi di euro, quasi integralmente a carico degli operatori e gestori del servizio idrico.

La direttiva introduce inoltre il monitoraggio dei livelli di microplastica, un problema emerso recentemente e di notevole rilevanza. Tra le nuove disposizioni a carico degli Stati membri è richiesto di garantire l’accesso universale all’acqua pulita e migliorare l’accesso all’acqua nelle città e nei luoghi pubblici, attraverso misure come la costruzione di fontane gratuite.

Il Parlamento chiede infine che l’acqua del rubinetto sia fornita a basso costo o gratuitamente in ristoranti, mense e nei servizi di ristorazione.

In Italia, la direttiva è stata recepita con largo anticipo con l’introduzione del Water Safety Plan dal Gruppo CAP, uno dei principali gestori del servizio idrico.

«La nuova direttiva è un passo importante perché pone una sfida a innalzare qualità e investimenti nel settore idrico e a migliorarne la sostenibilità, l’universalità e la partecipazione – spiega Alessandro Russo, presidente di Gruppo CAP e Vicepresidente Utilitalia con delega al settore idrico -. Obiettivi che si possono cogliere solo rafforzando la filiera industriale che nei diversi Paesi gestisce il servizio idrico, migliorandone le performance e lavorando insieme a tutti gli stakeholder, in modo da promuovere l’uso dell’acqua del rubinetto, riducendo l’immissione di plastica nell’ambiente e per garantire in modo concreto l’universalità dell’accesso al più importante bene comune che abbiamo che è l’acqua».